di Antonia Carlini
L’assegnazione del bonus costituisce l’atto formale finale di un procedimento che non è solo amministrativo. Abbiamo avuto modo di evidenziare nel precedente articolo (DS News 01.02.16) che la questione valorizzazione del merito professionale non può ridursi ad una mera procedura formale lineare e sequenziale, per cui il dirigente scolastico assegna il bonus sulla base dei criteri indicati dal Comitato di Valutazione, ma presuppone un processo di valutazione sostenuto da modalità e protocolli che siano oggettivi, condivisi, trasparenti e coerenti con gli ambiti di miglioramento e le priorità specifiche della scuola.
In senso più ampio, essa richiede il riferimento ad un modello didattico-organizzativo di riferimento, ritenuto efficace, auspicabile e orientativo delle pratiche didattiche e della scelta degli stessi criteri.
Del resto, leggendo tra i commi della legge n.107 si rintracciano alcuni tasselli del modello valutativo: le aree delle azioni professionali da esplorare per la definizione dei criteri, gli indicatori di qualità relativi a ciascuna area, la procedura per l’assegnazione del bonus. Mancano, invece, i protocolli valutativi e, a tale proposito, si apre un triennio di sperimentazione, al termine del quale saranno elaborate Linee guida nazionali che orienteranno le scuole nel percorso valutativo interno delle buone pratiche didattiche e organizzative.
E’ chiaro, dunque, che la questione merito e bonus presuppone la predisposizione, a monte, di un modello di valutazione che declini per ciascun indicatore individuato nelle tre aree della qualità definite dalla norma, descrittori osservabili, modalità e strumenti che rendano leggibili processi e azioni documentati da evidenze empiriche significative.
Negli articoli successivi rifletteremo sulle caratteristiche essenziali di un possibile modello di valutazione interno con l’intento di fornire coordinate orientative e di contribuire alla riflessione che sta animando la comunità professionale scolastica su una questione delicata e complessa che sarà tanto utile alla scuola quanto sarà autenticamente vissuta e rielaborata come opportunità per riconoscere e valorizzare le buone pratiche organizzative di scuola e didattiche di classe.
Pubblicato su DIRIGENTINEWS rivista on line della CISL Scuola