Valutazione e motivazione: due facce delle stessa moneta

di Antonia Carlini

“Lo studente apparentemente privo di interesse o addirittura abulico molto probabilmente reagisce a una situazione di riuscita che trova rischiosa perché lo espone al rischio di fallire, con tutte le conseguenze che questo comporta: la resistenza passiva è pur sempre una strategia, anche se di non buona qualità , con cui lo studente protegge la propria immagine di sé 1

In questo numero di Dirigenti News, ritorniamo sulla valutazione degli apprendimenti, occupandoci, in particolare, degli aspetti psicologici connessi all’atto valutativo e dell’impatto che questo produce sul processo di apprendimento, in termini di costi affettivo-motivazionali.

In apertura abbiamo riportato un breve passaggio tratto da un’importante lavoro di Boscolo, a cui si rinvia per un opportuno approfondimento, dove sono affrontati gli aspetti motivazionali che sostengono l’apprendimento scolastico e sono riportati interessanti risultati della ricerca educativa più recente su questo tema.

Come abbiamo già osservato nel numero precedente, la valutazione risponde alla duplice logica del controllo dei risultati raggiunti dagli alunni in relazione ai traguardi fissati a livello nazionale e alla classe e dello sviluppo degli apprendimenti per il miglioramento delle performance individuali e di classe. In presenza di risultati negativi, evidenziati da voti insufficienti, la logica dello sviluppo e del miglioramento orienta la riflessione del consiglio di classe necessariamente chiamato a rivedere scelte, modalità, strategie per rimettere in moto il processo di apprendimento, molto spesso rallentato dalla progressiva riduzione dell’impegno degli studenti, nel frattempo demotivati. In questa fase, i consigli di classe sono impegnati nella previsione di interventi di recupero, consistenti generalmente nella riproposizione dei contenti e degli obiettivi minimi, conoscenze e abilità essenziali, relativi al periodo didattico di riferimento, da allenare in situazioni di affiancamento e tutoraggio spesso svolte tra pari e condotte dall’insegnante, anche in remoto.

Un “piano di rientro” serio, tuttavia, non può prescindere dalla considerazione dei fattori affettivo-motivazionali che condizionano fortemente il processo di apprendimento del singolo, la sua spinta a fare, il suo investimento di energie interiori nelle attività proposte.

In altre parole, non può prescindere dalla demotivazione dello studente con risultati insufficienti in più discipline, il quale, nel frattempo, ha mollato le redini e, come afferma Boscolo, oppone una resistenza passiva per proteggere in qualche modo la propria immagine di sé da un’esperienza di apprendimento negativa, vissuta come un fallimento.

La demotivazione rappresenta solo la fase finale, quella visibile agli insegnanti, di un processo lento ma progressivo, alimentato costantemente dai risultati insufficienti sistematici e preceduto da fasi non visibili, ma vissute con sofferenza dallo studente, il quale alle prime cadute (brutti voti) prova un senso di inadeguatezza, poi comincia a svalutarsi progressivamente, fino a chiudersi in se stesso e a ridurre sensibilmente la spinta a fare, a migliorare, a realizzarsi. Un processo, tuttavia, non automatico, né scontato, perché un brutto voto può incidere negativamente sulla motivazione e inibire sforzi e impegni, solo in presenza di alcune condizioni non favorevoli, che in questo breve scritto ci limitiamo solo ad elencare, ma che meriterebbero un approfondimento magari in contesti formativi funzionali a sviluppare competenze specifiche per prevenirle: relazioni di classe competitive, percezione negativa dell’errore, approccio valutativo prevalentemente sommativo, carenza di indicazioni orientative adeguate e di rilanci, assenza di prove incrementali per riattivare energie positive, uso della valutazione come arma per … (“il coltello dalla parte del manico”, secondo un’espressione di don Milani).

Pubblicato su Dirigenti News settimanale on line edito da Cisl Scuola

 

(1) Boscolo P. Psicologia dell’apprendimento scolastico. Aspetti cognitivi e motivazionali, Torino, UTET, 1997

 

Valutazione e motivazione: due facce delle stessa monetaultima modifica: 2020-01-19T15:01:19+01:00da learninggroup
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