“Operazione merito” e pratiche riflessive di scuola: serve un percorso valutativo condiviso

di Antonia Carlini
L’ “operazione merito” promossa dalla Legge n. 107/2015, come abbiamo già osservato nel precedente numero di Dirigenti News, presuppone l’allestimento di un impianto di valutazione interno che sia condiviso, trasparente e oggettivo. Le ragioni a sostegno di tale osservazione sono diverse e tutte rintracciabili tra i commi sparsi della Legge, che punta al rilancio dell’autonomia scolastica e delle sue coordinate principali (flessibilità didattica e organizzativa, ricerca e sperimentazione, innovazione e sviluppo) per innalzare i livelli di istruzione e di competenze in uscita dei nostri studenti, per contrastare le diseguaglianze, prevenire e recuperare la dispersione, per garantire a tutti il successo formativo.
Le richiamiamo in estrema sintesi legandole, con un rimando, ai principali riferimenti alla valutazione dei docenti (attività didattica) e dei dirigenti (attività di promozione, coordinamento e gestione), anch’essi sparsi nel testo normativo:
l’idea di una scuola laboratorio di ricerca, di sperimentazione e di innovazione didattica, che rimanda alla riflessione sulle pratiche agite a più livelli (collegio, team, docente, dirigente) in contesti di valutazione orientativa e formativa in cui sono valorizzati impegno e meriti professionali; 
la centralità dei processi didattici e l’evoluzione del diritto al successo formativo (esito atteso per tutti) verso il diritto ad una prestazione didattica efficace (processi e interventi adeguati alle caratteristiche e alle potenzialità individuali), che rimandano alle principali aree indagate per la valorizzazione di meriti e impegni: qualità dell’insegnamento, risultati, innovazione metodologica, attività di ricerca documentazione e diffusione delle buone pratiche, responsabilità nel coordinamento didattico e nella formazione; 
la valorizzazione della comunità professionale con lo sviluppo del metodo cooperativo, che rimanda alle aree indagate per la valutazione dei dirigenti scolastici: la promozione della partecipazione e della collaborazione ai processi di innovazione per il miglioramento e l’apprezzamento della comunità professionale; 
la continuità con i processi valutativi di scuola in corso (SNV) – autovalutazione e azioni di miglioramento – che rimanda al contributo del dirigente al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti nel RAV…
Se non vi sono dubbi sul fatto che al centro dell’intervento riformatore vi siano proprio i processi didattici e che tutta la “partita del merito” punti decisamente all’esplorazione delle aree più sensibili della didattica (innovazione, ricerca, qualità, risultati …), è altrettanto certo che lo stesso percorso valutativo che porterà al riconoscimento di valori e meriti potrà rappresentare una leva strategica per il miglioramento di pratiche ed esiti nella misura in cui esso attiverà azioni diffuse e partecipate di ricerca, di sperimentazione e di innovazione di modelli all’interno della comunità docente.
Molto dipenderà dalla cultura della valutazione praticata nelle singole scuole, dalla sensibilità pedagogica dei dirigenti scolastici e dalla loro capacità di “costruire comunità”, dai sistemi di relazione e di decisione esistenti, dalle misure di accompagnamento che le scuole adotteranno per orientare i gruppi di ricerca e i nuclei interni, in molti casi già impegnati nella elaborazione di un modello interno di valutazione delle pratiche didattiche e professionali dei docenti.
Tratto da DirigentiNEWS Rivista on line CISL Scuola n.26 del 21 settembre 2015
“Operazione merito” e pratiche riflessive di scuola: serve un percorso valutativo condivisoultima modifica: 2015-09-21T16:25:31+02:00da learninggroup
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