Educare alla competenza

Jacques Delors , Presidente della Commissione Internazionale sull’Educazione per il Ventunesimo che afferma: “ L’educazione, ha come compito imprescindibile quello di consentire a ogni individuo di sviluppare i propri talenti, i propri tesori, di realizzare le proprie potenzialità creative non solo in sé e per sé, ma nell’ambito dei vari contesti sociali in cui si trova e si troverà a operare (1); la finalità principale dell’educazione  è, quindi, la realizzazione dell’individuo come essere sociale (2).

Ma poiché i contesti sociali ed economici sono  complessi, diversificati, in rapido cambiamento l’ educazione deve poter offrire all’individuo la possibilità di aprirsi e realizzarsi a pieno in questi ambiti: la soluzione prospettata dalla Commissione, presieduta da Delors, è quella di un’educazione che duri per la vita ( educazione permanente) , attuabile attraverso forme di flessibilità ,diversità e disponibilità in tempi e luoghi differenti (3) e fondata su quattro pilastri: imparare a vivere insieme, imparare a conoscere, imparare a fare e imparare a essere (4).

 

“E’ meglio una testa ben fatta che una testa ben piena” – afferma, inoltre, Edgar Morin , citando Montaigne  e preferisce   al “sapere accumulato , ammucchiato” il possesso di “un’attitudine a porre e a trattare i problemi  e il possesso di principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e dare loro un senso”(5); propone “la riforma del pensiero “ e il passaggio da un’educazione alla scomposizione ,alla riduzione, alla separazione di origine cartesiana , allo sviluppo di un pensiero capace “ di cogliere che la conoscenza delle parti dipende dalla conoscenza del tutto  e che la conoscenza del tutto dipende dalla conoscenza delle parti (Pascal); un pensiero che riconosce e tratta  i fenomeni  multidimensionali nella loro globalità, un pensiero che distingue e unisce, un pensiero complesso nell’accezione etimologica del termine ( tessuto insieme)”(6)

 

Egli ,partendo dalla riforma del pensiero,sostiene ,quindi , la necessità della riforma dell’insegnamento:” Il carattere funzionale dell’insegnamento riduce l’insegnante a un semplice impiegato. Il carattere professionale dell’insegnamento porta a ridurre l’insegnante all’esperto.L’insegnamento deve ridiventare non più solamente una funzione, una specializzazione, una professione, ma un compito di salute pubblica: una missione”(7)con  le seguenti finalità:

1.      fornire una cultura che distingua, contestualizzi, globalizzi affronti problemi multidimensionali, globali e fondamentali; ( testa ben fatta)

2.      preparare le menti a rispondere alle sfide che pone la crescente complessità dei problemi ( apprendistato alla vita)

3.      preparare le menti ad affrontare le incertezze, favorendo lo sviluppo dell’intelligenza strategica ( apprendistato all’incertezza)

4.      educare alla comprensione umana del vicino e del lontano

5.      insegnare l’affiliazione all’Italia, alla sua storia,cultura,cittadinanza repubblicana , all’Europa ( educazione alla cittadinanza)

6.      insegnare la cittadinanza terrestre sottolineando l’unità antropologica e le diversità individuali e culturali dell’umanità ,intesa come comunità di destino (8) 

Educare non significa ,dunque, come affermava già Socrate nel Gorgia (9) platonico,trasmettere contenuti ( immettere cibi e bevande dentro orci di argilla) ,non badando alle peculiarità delle persone; al contrario, la  paideia  per Socrate  consisteva  nel  far emergere le caratteristiche specifiche di ciascun individuo attraverso il dialogo e il rapporto con gli altri all’interno dellapolis. Iltelos della paideia ,dell’antica come della moderna , era ed è lo sviluppo armonico dell’individuo nell’ambito di contesti socio-culturali diversi; è, utilizzando un frasario contemporaneo, il raggiungimento da parte dello studente del successo formativo che si ottiene attraverso un’educazione permanente che  valorizzi le diversità , che tenga conto sia degli aspetti cognitivi che socio-affettivi e che fornisca sistemi educativi ispirati all’equità non solo  nell’accesso all’educazione , ma soprattutto nell’ elaborazione di percorsi flessibili e adeguati alle reali aspirazioni degli studenti.

“(…) coloro che sono educati rettamente,- scrive ancora Platone nelle Leggi- quasi certamente diventeranno uomini retti e così non bisogna mai trascurare l’educazione che è la prima delle doti che hanno i migliori”.(10)

 

Agnese Sperduti, Liceo Classico N.Turriziani, Frosinone

 

Note e bibliografia

(1) Jacques Delors Nell’educazione un tesoro ,2005 pp 14-15

(2) Jacques Delors Nell’educazione un tesoro ,2005 pag 45

(3) Jacques Delors Nell’educazione un tesoro ,2005 pag 17

(4) Jacques Delors Nell’educazione un tesoro ,2005 pp 18-19

(5) Edgar Morin ,La testa ben fatta,2000, pag 15

(6) Edgar Morin ,La testa ben fatta,2000, pp 89-91

(7) Edgar Morin ,La testa ben fatta,2000, pag 106

(8) Edgar Morin ,La testa ben fatta,2000, pag 107

(9) Platone Gorgia 493e-494a

  (10) Platone Leggi  644a

 

 

Educare alla competenzaultima modifica: 2013-01-24T18:02:29+01:00da learninggroup
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