“Nell’istante in cui abbandonai l’università potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che i sembravano interessanti” (Steve Jobs , Università di Stanford )
Mi piacerebbe riflettere con voi sul tema della motivazione perché credo sia quello centrale nelle nostre scuole
E’ molto importante scoprire interesse in ciò che si fa e attraverso questo sviluppare la motivazione individuale
L’ interesse è considerato come un processo emozionale che porta la persona a dirigere la propria attenzione all’oggetto
La Psicologia dell’educazione rileva soprattutto l’interesse generato dall’ ambiente di apprendimento. In ambito scolastico vanno considerati i seguenti fattori :
1 ) creazione di un clima positivo
2 ) strutturazione di materiali didattici
3 ) condivisione di conoscenze e competenze
4 ) applicazione di procedure di Problem Solving
Una competenza di base richiesta ad ogni insegnante è quella sociale perché l’interazione sociale rappresenta gran parte dell’insegnamento
Ma cos’è una competenza sociale ?
Consiste in abilità organizzative , senso di responsabilità , capacità di lavorare in gruppo, flessibilità, abilità di lavorare sotto pressione e gestire i conflitti, capacità comunicative, determinazione, assertività, consapevolezza del proprio ruolo.
Per essere un bravo insegnante occorrono competenze specialistiche, metodologiche, sociali. Molto importante è la coerenza: “Parla più forte perché quello che fai mi impedisce di sentire quello che dici”
E’ l’insegnante per primo a dovere essere motivato, paziente, pronto a promuovere la qualità, creativo, cordiale, rispettabile, equilibrato, autorevole, realizzato.
E’ noto che per motivare uno staff occorre prima di tutto motivare se stessi ed essere credibili. E’ la teoria dell’ entusiasmo contagioso , il contrario della deprimente profezia che si auto – adempie ( ” non ci riuscirò mai…” ).
Occorre pensare alle strategie per motivare anche gli studenti :
collegare i temi trattati a riferimenti più piacevoli ( musica, letteratura, teatro, cinema, esperienze di vita…);
rinforzare gli allievi in modo reale o simbolico;
unire il lavoro di gruppo con la metacognizione facendo scambiare loro impressioni sul processo di apprendimento, sui successi, sui problemi, sulle preoccupazioni;
accettare che gli errori fanno parte del processo di apprendimento e che possono anche essere utili ( dall’ ameba di Einstein al diagramma di Popper );
controllare sempre i risultati e fornire il feedback;
applicare corrette strategie di comunicazione e fare molta attenzione al linguaggio non verbale.
Occorre porsi alcune domande:
Gli obiettivi erano chiari? Sono stati raggiunti? Gli alunni li hanno compresi ed interiorizzati dirigendo i loro sforzi verso il loro raggiungimento? Gli allievi hanno sviluppato / rafforzato competenze? Hanno appreso in modo significativo e non meccanico? Hanno praticato la metacognizione? C’era piacere nell’apprendere?
Su questo terreno si gioca “l’avvenire delle nostre scuole”
Gloria Sica
Liceo Classico “N. Turriziani” Frosinone