Andreana Stangoni docente di scuola primaria (IC Sassari)
Spero di non disturbarvi. Chiedo ospitalità solo per raccontare che cosa ha ulteriormente rafforzato l’utilizzo della strategia didattica del lavoro a piccoli gruppi. Condivido la titolarità di una classe della scuola primaria con la collega di matematica, di inglese e religione. In classe è abbiamo 5 alunni stranieri, due dei quali iscritti nel corrente anno, due DSA iperattivi, uno dei quali nuovo iscritto, un autistico (senza sostegno per rinuncia della famiglia) due BES e uno in via di certificazione. Impossibilitate a supportare contemporaneamente, tutti gli alunni aventi problematiche differenti, e attivare percorsi individualizzati e personalizzati, considerata la situazione del gruppo classe, onde evitare di creare tempi d’attesa eccessivamente lunghi nell’usufruire della nostra guida, dall’inizio del secondo quadrimestre, abbiamo sperimentato con loro il lavoro cooperativo. Sono stati costituiti sei gruppi eterogenei di quattro alunni ciascuno. prioritariamente, abbiamo ritenuto di dover dedicare i primi tre mesi all’educazione all’affettività, specificatamente al controllo delle emozioni, all’individuazione delle principali regole di convivenza attraverso le tecniche del brainstorming, del circle-time, del problem solving e dell’ascolto attivo. I bambini hanno sperimentato così la necessità di rispettare le regole da condividere. Abbiamo dato molta enfasi all’aspetto relazionale, che ha avuto e continua ad avere una dimensione importante nel processo di insegnamento apprendimento dei nostri alunni impegnati a costruire un proprio percorso nel rispetto dei tempi e ritmi di ciascuno. Poiché in ogni azione del processo educativo entrano in gioco due fattori indissolubili: cognitivo ed affettivo, e l’intelligenza emotiva è trasversale agli apprendimenti disciplinari (Goleman), fino dall’età preverbale (Piaget), dopo un’attenta analisi iniziale, sia per accogliere i nuovi alunni, sia per aiutare i bambini iperattivi e creare un clima sereno, abbiamo lavorato per sviluppare le capacità socio relazionali. E’ stato sostenuto, e viene sostenuto altresì, l’apprendimento metacognitivo anche con il supporto degli alunni più esperti che hanno messo a disposizione dei più “deboli” le loro competenze. In questo modo è scaturita maggiore motivazione, spirito di emulazione, e tutti ogni volta condividevano i progressi di questi ultimi anche con applausi!
Naturalmente di tanto in tanto si ripresenta qualche problema, ma la situazione operativa è più serena e si lavora senza tensione. Si iniziano ad evidenziare le competenze raggiunte. Anche l’alunno autistico si sente più a suo agio, avendo capito di poter contare sull’aiuto di tutti i compagni del suo gruppo.
Attualmente i ragazzi sono impegnati nella costruzione di un compito autentico: progettare e realizzare una rappresentazione teatrale. Quest’esperienza positiva vuole contribuire alla diffusione del lavoro di gruppo come pratica quotidiana, perché ha contribuito a cambiare il clima emotivo della nostra classe. La riteniamo pertanto una strategia da privilegiare e non solo perché favorisce il contatto interpersonale, ma, soprattutto il sostegno reciproco e il rispetto delle diversità.