E ora… coraggio! Si parte.

di Vincenza Senette (docente di Filosofia e Storia c/o il Liceo Scientifico e Linguistico “E. Fermi”- Nuoro)

Ebbene, la riforma sul riordino di tutte le scuole secondarie di secondo grado va a regime. A giugno del 2015 si svolgeranno i nuovi esami di Stato, così potremo toccare con mano gli esiti della “riforma”. Forse quindici giorni prima il Miur emanerà la sua solita ordinanza, e forse, chiedo, conterrà anche il modello relativo alla certificazione delle competenze in uscita? E’ da tanto che si attende per poter meglio comprendere e  soprattutto in tempi utili ,  quale deve essere la direzione da dare alla nostra programmazione di inizio anno scolastico.  Evidentemente questo non è sentito come un problema. Si, perché noi docenti ormai siamo espertissimi, adatteremo il nostro lavoro di sempre ad un modello x. Ci ritroveremo, all’ultimo momento, in dipartimento straordinario, a coprire la facciata, a tentare di dare una forma compatibile a quanto richiesto. Ignari del fatto che la  trasformazione che dovrà venirne è tale da richiedere un minimo di riflessione. Eppure, con un po’ di buon senso in più sarebbe possibile proiettare un altro film. Le competenze, quale spauracchio! A pensar bene, per me che ho studiato Filosofia, non è mai stato un problema ragionare in questi termini. Credo per tanti altri come me sebbene non per tutti.  Programmare sulla base dei risultati attesi  individuando delle possibili rubriche di valutazione  (ad uso, ora, di eventuale certificazione degli esiti dell’apprendimento). Infine, pensare a ritroso ad uno o più item necessari per realizzare il processo di istruzione e formazione.  Il problema è forse un altro, forse quello più banale! In tutto questo meccanismo , che si presenta come nuovo, qual è il ruolo riservato all’insegnante? Non basterebbero tante pagine ad enumerare ciò che ci si attende da loro. L’insegnante, figlio di una mentalità conservatrice, consolidata proprio a scuola, si usa anche stavolta quale facile bersaglio  delle accuse di inefficienza e di negligenza della scuola e della società. A lui, non sarebbe dovuta un po’ di formazione? E non sotto forma di spauracchio  per i risultati poco brillanti dei suoi allievi (come dal  D.L Carrozza) e con alto valore punitivo! Basterebbe disporre di qualche euro in più (se davvero si crede che il futuro dell’Italia e dell’Europa sia nella Conoscenza e nella Formazione) e ritenere finalmente che, quando questi “si forma” sta davvero lavorando!

 

 

E ora… coraggio! Si parte.ultima modifica: 2014-05-25T00:14:24+02:00da learninggroup
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