Quale scuola per quale società?

 

di Gina Falchi Liceo classico G.Asproni Nuoro

 

Nell’attuale panorama socio-culturale, nonché nel contesto sociale in cui viviamo, sembra che la scuola sia un’istituzione in crisi. I fattori di tale crisi sarebbero molteplici: il fatto che la scuola, come istituzione pubblica, non sia più in grado di soddisfare la domanda di soggetti sociali che pretendono che la scuola eroghi “necessariamente” un servizio educativo, il rapporto sempre più spesso conflittuale tra le famiglie e la figura del docente, che sembra venire svalutata sia sul piano professionale, in quanto non soddisferebbe le richieste di educazione dell’utenza, sia sul piano sociale, nel senso che il ruolo del docente, in quanto impiegato pubblico, è sempre svilita e criticata. Accanto a tali fattori è necessario, evidentemente, sottolineare quanto la qualità delle istituzioni educative dipenda dal fine che essa si prefigge. In tal senso è necessario che l’Istituzione scolastica abbia un progetto ben definito degli obiettivi che essa intende perseguire; e, data la complessità della società attuale, una scuola deve necessariamente aprirsi al territorio per soddisfare le esigenze dell’utenza e le istanze della stessa. Ciò significa che la scuola deve preoccuparsi dei diritti, dei bisogni e delle emergenze dell’utenza relativamente al contesto nel quale essa è inserita, deve tenere conto delle strutture e degli spazi e delle risorse umane di cui dispone per soddisfare tali richieste educative e formative e, soprattutto, deve valutare la reale riuscita del suo progetto educativo. Le norme europee e quelle nazionali sono chiare nell’esplicitazione delle competenze richieste agli alunni delle nostre scuole e tutto ciò è perfettamente in linea con l’evoluzione socio-economica a cui assistiamo. È impensabile continuare a mantenere una visione statica della scuola. Essa è un punto di riferimento, un punto fisso, è come un faro in un mare in tempesta, perché nonostante tutto, nonostante la crisi e i continui attacchi per smantellarla essa è sempre lì, con i suoi docenti che si adoperano tutti i giorni affinché la scuola si mantenga viva. Ed essa è più viva che mai, ma non perché è entrata nelle aule la tecnologia o meglio, non solo per questo, quanto per il fatto che nel momento in cui dalla scuola, attraverso gli alunni, le famiglie, gli enti territoriali si avvia una rete di collaborazione, quel territorio godrà e usufruirà di una serie di vantaggi prima impensabili. Sarà un territorio vivo e, laddove, la crisi socio-economica lascia dietro a se una scia di depressione sociale, legata alla perdita del lavoro, alla chiusura delle medie e delle piccole imprese, una scuola viva, che si sostanzia e che nutre a sua volta le intelligenze locali, saprà essere attrice principale nel processo di ripresa della realtà locale in cui essa insiste.

 

 

 

 

 

 

Quale scuola per quale società?ultima modifica: 2014-05-25T22:49:19+02:00da learninggroup
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